Al di fuori dei soliti itinerari, la Mahango Game Reserve, situata sul fiume Okavango all'estremità occidentale della Caprivi Strip, fa parte del Bwabwata National Park e non è lontana dalle Popa Falls.
Con oltre 25.000 ettari di natura selvaggia e incontaminata, l'abbondanza di acqua assicura la presenza di molte specie animali per tutto l'anno, anche se tra aprile e novembre, i mesi più asciutti, aumentano le possibilità di avvistamento al fiume e alle pozze.
Qui potrete osservare una grande varietà di antilopi, tra le quali il roan, il sable, il reedbuck, il sitatunga, lo tsessebe, il duiker, il kudu, il red lechwe, il Chobe bushbuck e lo steenbok.
La Mahango Game Reserve costituisce l'habitat naturale anche di molte altre specie: elefanti, ghepardi, leoni, leopardi, cani selvatici, coccodrilli, ippopotami, facoceri e babbuini.
Spettacolari le grandi mandrie di elefanti che migrano attraverso la Mahango Game Reserve lungo un percorso che unisce il delta dell'Okavango in Botswana e l'Angola.
E' anche possibile osservare più di 400 specie di uccelli.
Avviso ai viaggiatori: l'area è priva di strutture, pertanto le escursioni devono essere effettuate con una guida esperta. Inoltre, è necessaria una particolare prudenza data la presenza di ippopotami e coccodrilli nel fiume.
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domenica 30 settembre 2012
sabato 29 settembre 2012
La Skeleton Coast
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La Skeleton Coast, probabilmente, è il Parco Nazionale meglio protetto al mondo.
I bushmen la chiamano " La Terra che Dio ha creato in stato d'ira".
Il paesaggio è desolato, ma vi si trova più flora e fauna di molti altri Parchi Nazionali dell'Africa australe.
Importante per i viaggiatori: i visitatori giornalieri possono accedere con la propria automobile nella parte meridionale con un permesso e arrivare fino a Terrace Bay; per visitare l'area più a nord, ecologicamente la più sensibile, è necessario essere accompagnati da guide titolari di una licenza.
In alternativa, esistono campi base appena fuori dal Parco che organizzano Flying Safari, per permettere ai viaggiatori di osservare l'area dall'alto.
Non lontano dalla Skeleton Coast troverete altre zone di grande interesse e fascino come l'area del Brandberg, la montagna più alta della Namibia.
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venerdì 28 settembre 2012
Okaukuejo, Etosha National Park
Okaukuejo si trova al centro dell'Etosha National Park e offre l'opportunità unica di osservare gli animali di giorno e di notte alla sua grande pozza di acqua.
Esistono gli chalet premium, che sono il tipo di ospitalità più lussuosa proprio intorno alla pozza, due chalet per famiglia e altri 25 chalet nel bush con la possibilità di cucinare con il barbecue, oltre a quaranta camere doppie e aree attrezzate per campeggiare.
A Okaukuejo vi sembrerà di essere davvero parte del regno animale .... a pochi metri da voi vedrete leoni, rinoceronti, elefanti, cinghiali, orici, facoceri, springbok, kudu e una grande quantità di volatili che certamente non avete mai visto prima !
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Esistono gli chalet premium, che sono il tipo di ospitalità più lussuosa proprio intorno alla pozza, due chalet per famiglia e altri 25 chalet nel bush con la possibilità di cucinare con il barbecue, oltre a quaranta camere doppie e aree attrezzate per campeggiare.
A Okaukuejo vi sembrerà di essere davvero parte del regno animale .... a pochi metri da voi vedrete leoni, rinoceronti, elefanti, cinghiali, orici, facoceri, springbok, kudu e una grande quantità di volatili che certamente non avete mai visto prima !
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giovedì 27 settembre 2012
Il Khaudum Game Park
Il Khaudum Game Park si trova al confine tra la Namibia e il Botswana ed è una zona selvaggia ricoperta dalla foresta, poco prima del Caprivi.
In questo incredibile parco di 320.000 ettari vivono più di trecento specie di mammiferi e uccelli ..... giraffe, elefanti, leopardi, leoni, cani selvatici, iene e sciacalli.
E' un'area incontaminata e protetta, amata soprattutto dai viaggiatori che cercano un pò di avventura !
Quando visitarla ? Vi suggerisco nei mesi asciutti invernali, quindi da giugno a ottobre.
E' molto importante ricordare che per viaggiare in questo Parco dovete disporre di almeno due veicoli 4x4, avere provviste a sufficienza per un minimo di tre giorni e disporre di 100 litri di acqua per ogni giorno e per ogni veicolo.
Non dimenticate che il rifornimento di carburante è disponibile soltanto a Bagani, Divundu, Mukwe e Rundu nella regione del Kavango.
All'interno di questo spettacolare Parco ci sono due aree per il campeggio, due fontane naturali e dodici bacini artificiali di acqua ....... raggiungibili naturalmente percorrendo un reticolo di sterrati !
Se ne avete la possibilità, non perdete l'occasione di visitare il Khaudum ... quasi tutti i bacini d'acqua sono dotati di strutture apposite per l'osservazione degli animali in assoluta sicurezza.
In questo incredibile parco di 320.000 ettari vivono più di trecento specie di mammiferi e uccelli ..... giraffe, elefanti, leopardi, leoni, cani selvatici, iene e sciacalli.
E' un'area incontaminata e protetta, amata soprattutto dai viaggiatori che cercano un pò di avventura !
Quando visitarla ? Vi suggerisco nei mesi asciutti invernali, quindi da giugno a ottobre.
E' molto importante ricordare che per viaggiare in questo Parco dovete disporre di almeno due veicoli 4x4, avere provviste a sufficienza per un minimo di tre giorni e disporre di 100 litri di acqua per ogni giorno e per ogni veicolo.
Non dimenticate che il rifornimento di carburante è disponibile soltanto a Bagani, Divundu, Mukwe e Rundu nella regione del Kavango.
All'interno di questo spettacolare Parco ci sono due aree per il campeggio, due fontane naturali e dodici bacini artificiali di acqua ....... raggiungibili naturalmente percorrendo un reticolo di sterrati !
Se ne avete la possibilità, non perdete l'occasione di visitare il Khaudum ... quasi tutti i bacini d'acqua sono dotati di strutture apposite per l'osservazione degli animali in assoluta sicurezza.
mercoledì 26 settembre 2012
Namutoni, Etosha National Park
Namutoni è uno dei resort dell'Etosha National Park, appositamente progettati per i viaggiatori che amano il campeggio, la cucina all'aperto e il riposo sotto un manto di stelle.
I bush chalet di Namutoni sono in tipico stile namibiano e il comfort è decisamente di alto livello...... per chi ama godersi davvero la natura. Ci sono aree di soggiorno interne ed esterne e ampie stanze da bagno con una vasca interna e una doccia esterna.
I tramonti sono memorabili, anche se rispetto a Okaukuejo gli avvistamenti sono minori.
Namutoni, in origine, era un forte; oggi ci sono un ristorante africano, una steakhouse, un bar e vari negozi di artigianato, oltre ad una piscina con solarium.
Per chi ama il campeggio sono state predisposte aree apposite.
I bush chalet di Namutoni sono in tipico stile namibiano e il comfort è decisamente di alto livello...... per chi ama godersi davvero la natura. Ci sono aree di soggiorno interne ed esterne e ampie stanze da bagno con una vasca interna e una doccia esterna.
I tramonti sono memorabili, anche se rispetto a Okaukuejo gli avvistamenti sono minori.
Namutoni, in origine, era un forte; oggi ci sono un ristorante africano, una steakhouse, un bar e vari negozi di artigianato, oltre ad una piscina con solarium.
Per chi ama il campeggio sono state predisposte aree apposite.
martedì 25 settembre 2012
A proposito di leopardi ....
Il leopardo (Panthera pardus), dotato
di un udito straordinario, vista acuta e lunghi baffi molto sensibili che gli
permettono di evitare gli ostacoli durante la caccia notturna, è un perfetto
esempio di predatore solitario.
La struttura muscolare, forte e possente, gli
permette di portare sugli alberi gli animali catturati, come gnu o giovani
giraffe, dal peso di oltre un quintale.
E' un cacciatore notturno e solitario, uno dei felini più difficili da avvistare.
Strisciando nell'oscurità si avvicinano alle prede e scattano all'improvviso solo all'ultimo istante, poi trascinano il bottino sugli alberi per sottrarlo ai leoni e alle iene.
Spesso si nascondono in cespugli impenetrabili o tra l'erba alta, ma ....... ogni tanto alzate gli occhi verso un albero dal fogliame fitto ...... potreste vedere una coda che penzola !!!
E' un cacciatore notturno e solitario, uno dei felini più difficili da avvistare.
Strisciando nell'oscurità si avvicinano alle prede e scattano all'improvviso solo all'ultimo istante, poi trascinano il bottino sugli alberi per sottrarlo ai leoni e alle iene.
Spesso si nascondono in cespugli impenetrabili o tra l'erba alta, ma ....... ogni tanto alzate gli occhi verso un albero dal fogliame fitto ...... potreste vedere una coda che penzola !!!
lunedì 24 settembre 2012
Kassandara Hunting Farm
Kassandara deriva dalla lingua Herero e significa "Il luogo del Grande Serpente".
Il 13 giugno del 1899 questa tenuta, ricca di animali selvatici e bestiame, fu concessa al pioniere tedesco Geo Tatlow e oggi Vera e Attie van der Westhuizen ne sono gli orgogliosi proprietari.
All'interno della Farm centinaia di esemplari di Kudu, impala, antilopi alcine, orici, leopardi, zebre, antilopi saltanti, damalischi dalla fronte bianca, raficeri campestri, alcefali rossi, facoceri, babbuini, linci del deserto e ghepardi.
Tra le attività organizzate troverete interessanti escursioni diurne e notturne, percorsi per fuoristrada e quadbike e affascinanti tour fotografici.
Kassandara dispone anche di una piscina, di una grande "lapa" con tetto in paglia, il "braai" per cucinare alla griglia e un "boma", il miglior posto per socializzare e condividere le proprie esperienze.
Il 13 giugno del 1899 questa tenuta, ricca di animali selvatici e bestiame, fu concessa al pioniere tedesco Geo Tatlow e oggi Vera e Attie van der Westhuizen ne sono gli orgogliosi proprietari.
Tra le attività organizzate troverete interessanti escursioni diurne e notturne, percorsi per fuoristrada e quadbike e affascinanti tour fotografici.
Kassandara dispone anche di una piscina, di una grande "lapa" con tetto in paglia, il "braai" per cucinare alla griglia e un "boma", il miglior posto per socializzare e condividere le proprie esperienze.
sabato 22 settembre 2012
La religione
La Namibia è ufficialmente un paese cristiano in cui il
luteranesimo tedesco è la confessione dominante, ma nella realtà molte credenze
africane mantengono una posizione fondamentale nella vita religiosa.
Punto d’incontro di culture e lingue diverse, in Namibia non
esiste un unico credo. Le popolazioni native hanno le loro tradizioni e le loro
proprie credenze; ad esempio, i damara utilizzano molti nomi diversi per il
loro dio, mentre tra gli herero coesistono tabù differenti a seconda del clan
di appartenenza. Eppure, nonostante la diversità delle forme religiose, si
avverte un elemento comune che lega le varie credenze native: la convinzione
che Dio abbia creato il mondo e che da allora lo protegga. La suprema divinità
risponde a nomi diversi all’interno dei vari clan, e nello stesso modo esistono
concezioni differenti del “divino”, ma in ultima analisi sia il “Creatore” che
il “Guardiano della Terra” sono per tutti lo stesso dio. I miti tramandati
oralmente dalle popolazioni namibiane narrano della relazione originaria e di
un patto tra Dio e l’uomo, spezzato da un “errore” commesso da un uomo o da un
animale. Nonostante ciò, per le comunità degli africani Dio continua ad
esistere e a ricoprire un’importanza fondamentale.
Quando i missionari cristiani scoprirono che le popolazioni
native non officiavano alcun rito per celebrare la loro fede religiosa ne
rimasero sconcertati, e lo interpretarono come il risultato di una riprovevole
diffusione di usanze pagane.
Esprimere una valutazione basata sulla tradizione del culto
europeo impedì loro di comprendere un concetto basilare: in Africa, Dio è
un’entità talmente sacra e superiore all’uomo che difficilmente si osa
pronunciarne il nome.
Quando si nomina Dio, è necessario farlo con la massima
prudenza, anche perché gli uomini sulla terra entrano in contatto con l’essere
divino grazie all’intercedere di coloro che hanno il privilegio di essergli più
vicini: gli antenati, che le popolazioni africane chiamano “i morti viventi”.
Infatti, le religioni tradizionali credono che coloro che muoiono non siano
veramente morti, ma abbiano assunto una diversa forma di vita e rimangano in
contatto con i viventi, continuando a far parte della famiglia per sempre.
Ne
derivò il secondo fondamentale errore dei missionari europei: essi si
convinsero che il “vero culto” fosse stato sostituito, nelle tradizioni
religiose dei nativi, dal “culto degli antenati”, di ispirazione tipicamente
umana. Una visione limitata, che li portò a conclusioni errate.
Infatti, le tradizioni
africane non distinguono tra sacro e profano, perché la vita quotidiana e
quella spirituale costituiscono un tutto indivisibile e non si possono scindere
l’una dall’altra.
In Namibia, le statistiche “ufficiali” dichiarano che circa
il 90% della popolazione è di religione cristiana. Questo fa pensare che solo
una minima percentuale di namibiani professi la fede tradizionale.
I culti
ancestrali e le tradizioni animiste sono maggiormente concentrati nelle regioni
più settentrionali, tra i san e gli himba del Kaokoland. In effetti, i
missionari perseguirono l’obiettivo di introdurre la cristianità nel paese con
particolare zelo, ma non sarebbe corretto affermare che l’intera popolazione
della Namibia segue la fede cristiana e la pratica in modo simile alle più
importanti chiese europee. La religione cristiana è stata influenzata da molte
tradizioni locali, ma ha mantenuto una propria identità e non si è mai separata
dalla cultura tradizionale.
Lagoon Loge, Walvis Bay
Con vista sulla laguna di Walvis Bay, il Lagoon Loge dispone di otto camere spaziose e accoglienti e offre un'atmosfera particolarmente cordiale.
Un posto meraviglioso per godere di un soggiorno indimenticabile sulla costa della Namibia.
Tra le attività organizzate non perdetevi le crociere, il volo sopra le dune di Sossusvlei, la visita a Swakopmund e al suo museo, il tour della Moonlandscape e l'escursione al deserto dei Toopnars.
Un posto meraviglioso per godere di un soggiorno indimenticabile sulla costa della Namibia.
Tra le attività organizzate non perdetevi le crociere, il volo sopra le dune di Sossusvlei, la visita a Swakopmund e al suo museo, il tour della Moonlandscape e l'escursione al deserto dei Toopnars.
Hélène & Wilfried vi aspettano !!!!
venerdì 21 settembre 2012
Weltevrede Guest Farm
Situato nel cuore del Namib Desert e delimitato su tre lati dal Namib Nauflukt Park, Weltevrede Guest Farm è un paradiso per la fauna selvatica e porta di accesso a Sesriem Canyon e alle famose dune di Sossusvlei.
Immerso tra spettacolari e aspre montagne, dune di sabbia che si spostano seguendo il vento, pianure di ghiaia e asciutti letti di fiumi preistorici, è ricco di specie floreali quali l'Acacia erioloba.
Grazie all'opera di mantenimento degli attuali proprietari, che lo gestiscono dal 1994, all'interno della Guest Farm troverete molte pozze d'acqua che attirano ogni giorno migliaia di springbocks.
Negli ultimi anni ci sono stati avvistamenti regolari di ghepardi, leopardi, giraffe, jackal, zebre di montagna, kudu, gemsbocks, struzzi e moltissime rare specie di volatili.
In particolare, al mattino, è facile osservare la splendida Namara Sandgrouse dal proprio portico.
L'eco-sostenibilità è un argomento molto sentito (energia solare e riciclaggio), come anche la formazione del personale nel settore del turismo, dell'artigianato, della decorazione e della maglieria.
Tra le attività da non perdere vi ricordo i picnic romantici al tramonto, le escursioni alle dune e ad un sito poco distante dove potrete ammirare le pitture rupestri boscimane, oltre alle escursioni in mongolfiera, i voli panoramici e il quadbiking.
La Guest Farm offre ai propri ospiti 12 camere con vista sulle dune del Namib e 4 campeggi.
Il servizio è particolarmente personalizzato, non a caso "Weltevrede" significa felicità.
Immerso tra spettacolari e aspre montagne, dune di sabbia che si spostano seguendo il vento, pianure di ghiaia e asciutti letti di fiumi preistorici, è ricco di specie floreali quali l'Acacia erioloba.
Grazie all'opera di mantenimento degli attuali proprietari, che lo gestiscono dal 1994, all'interno della Guest Farm troverete molte pozze d'acqua che attirano ogni giorno migliaia di springbocks.
Negli ultimi anni ci sono stati avvistamenti regolari di ghepardi, leopardi, giraffe, jackal, zebre di montagna, kudu, gemsbocks, struzzi e moltissime rare specie di volatili.
In particolare, al mattino, è facile osservare la splendida Namara Sandgrouse dal proprio portico.
L'eco-sostenibilità è un argomento molto sentito (energia solare e riciclaggio), come anche la formazione del personale nel settore del turismo, dell'artigianato, della decorazione e della maglieria.
Tra le attività da non perdere vi ricordo i picnic romantici al tramonto, le escursioni alle dune e ad un sito poco distante dove potrete ammirare le pitture rupestri boscimane, oltre alle escursioni in mongolfiera, i voli panoramici e il quadbiking.
La Guest Farm offre ai propri ospiti 12 camere con vista sulle dune del Namib e 4 campeggi.
Il servizio è particolarmente personalizzato, non a caso "Weltevrede" significa felicità.
giovedì 20 settembre 2012
I parchi nazionali della Namibia
In Namibia esistono 20 aree tutelate tra parchi nazionali,
ricreativi e riserve, dal Namib-Naukluft Park (50mila kmq.) alla Popa Falls
Game Reserve (25 ettari).
Il più conosciuto e visitato è l’Etosha National Park,
creato nel 1907, che si estende su una superficie di 22.270 kmq.
All’interno
del parco vivono 114 specie di mammiferi e 340 di uccelli.
Il momento migliore
per gli avvistamenti va da maggio a settembre, quando è possibile vedere
elefanti, rinoceronti, antilopi, leoni e giraffe.
Il Namib-Naukluft Park è la più vasta riserva del continente
africana e il quarto parco del mondo. Al suo interno potrete ammirare pianure,
catene montuose (il Naukluft), gole profonde scavate dai corsi d’acqua, le dune
di sabbia del Namib Desert e le lagune di Sandwich Harbour e di Walvis Bay.
La Skeleton Coast si estende lungo la costa atlantica,
dall’Ugab River al confine settentrionale con l’Angola; è un’area naturalistica
incontaminata, una sottile fascia di 16.390 kmq.
Altri parchi, più piccoli ma ugualmente spettacolari, sono
il Fish River Canyon e il Waterberg Plateau Park.
Il Waterberg è stato creato
intenzionalmente per la tutela di specie a rischio d’estinzione: oggi si
possono vedere rari esemplari di rinoceronte bianco e nero e antilopi nere e
roane.
http://magicnamibia.blogspot.com
http://magicbotswana.blogspot.com
http://magicsouthafrica.blogspot.com
http://magicmadagascar.blogspot.com
http://magicmozambique.blogspot.com
http://magiadinamibia.blogspot.com
http://vagabondoinafrica.blogspot.com
Il Fish River Lodge
Il Fish River Lodge gode di una vista mozzafiato, dall'alba al tramonto, del Fish River Canyon, il secondo canyon più grande del mondo. Progettato e costruito in pietra, dalle sue immense vetrate potrete ammirare trecento milioni di anni di storia geologica !
I suoi 45.000 ettari di riserva sono stati recuperati grazie alla gestione del Nature Canyon Park al fine di proteggere il suo incredibile e vulnerabile ecosistema, in particolare la fauna selvatica che nel corso dei millenni si è evoluta adattandosi a sopravvivere tra le rocce.
Sentieri di una bellezza incredibile si snodano fino al cuore del canyon, regalando agli ospiti uno scenario spettacolare ..... le pozze d'acqua naturali e permanenti attraggono zebre, kudu, orici, springbok e molti altri animali selvatici più piccoli.
Dispone di venti splendidi chalet che garantiscono privacy e tranquillità e di verande esterne per chi desidera dormire sotto un manto di stelle.
Tra le attività imperdibili organizzate dal Lodge non perdetevi la Scenic Drive & Sundowner, l'escursione Fly-in e le numerose passeggiate guidate.
Non esiste davvero un posto migliore per godersi lo splendido Fish River Canyon !
I suoi 45.000 ettari di riserva sono stati recuperati grazie alla gestione del Nature Canyon Park al fine di proteggere il suo incredibile e vulnerabile ecosistema, in particolare la fauna selvatica che nel corso dei millenni si è evoluta adattandosi a sopravvivere tra le rocce.
Sentieri di una bellezza incredibile si snodano fino al cuore del canyon, regalando agli ospiti uno scenario spettacolare ..... le pozze d'acqua naturali e permanenti attraggono zebre, kudu, orici, springbok e molti altri animali selvatici più piccoli.
Dispone di venti splendidi chalet che garantiscono privacy e tranquillità e di verande esterne per chi desidera dormire sotto un manto di stelle.
Tra le attività imperdibili organizzate dal Lodge non perdetevi la Scenic Drive & Sundowner, l'escursione Fly-in e le numerose passeggiate guidate.
Non esiste davvero un posto migliore per godersi lo splendido Fish River Canyon !
mercoledì 19 settembre 2012
A proposito di dune ....
Il Namib è una sottile fascia costiera situata tra
l’Oceano Atlantico e la grande scarpata dell’Africa sudoccidentale; quanto sia
antico è ancora tema di discussione, ma la teoria più accreditata ritiene che
abbia almeno 50-80 milioni di anni.
Le grandi dune di sabbia che scivolano fino
all’oceano risalgono invece a circa 5 milioni di anni fa e si formarono quando
la corrente gelida del Benguela, impedendo l’arrivo delle piogge da occidente, mantenne le condizioni di aridità del Namib, che si stabilizzarono creando, appunto, la
fascia di dune che oggi vediamo estendersi tra Lüderitz e Swakopmund.
Nonostante il Namib riceva una minima quantità di pioggia, come quasi tutti i deserti, il litorale riceve la necessaria umidità dalla nebbia.
Le formazioni di rocce fanno da ostacolo naturale alla nebbia che si condensa trasformandosi in gocce d'acqua, dando vita così alle condizioni che permettono alle piante e agli animali di vivere in questo habitat solo apparentemente ostile.
Sulle dune crescono cespugli di erba, che fioriscono ogni estate, con radici che si allungano fino a venti metri, grazie alle quali assorbono l'umidità creata dalla nebbia che ricopre la sabbia.
Le antilopi nere
Questo è uno splendido esemplare
di antilope nera
(Hippotragus niger) che in Namibia sentirete chiamare sable antelope
oppure swartwitpens.
I maschi si distinguono dalle femmine per la
maggiore corporatura (pesano mediamente 240 chilogrammi, le femmine non
superano i 210 chilogrammi) e il mantello più scuro.
La loro popolazione è fortemente diminuita in seguito
all’epidemia di rinderpest, la peste bovina che colpì l’Africa australe
nel 1890.
martedì 18 settembre 2012
A proposito di giraffe ....
Le giraffe preferiscono aggirarsi
in zone con vegetazione erbacea; il loro ambiente ideale è la boscaglia rada,
dove trovano cibo in abbondanza e sono meno minacciate dagli attacchi dei
predatori.
Tuttavia il momento dell’abbeverata è sempre molto pericoloso
perché, data la lunghezza del collo, le giraffe sono costrette ad assumere una
posizione che le rende particolarmente vulnerabili.
La lingua della giraffa è nera ed
è talmente movibile da poterla avvolgere intorno ai rami; è la più lunga tra i
mammiferi (circa 45 centimetri).
venerdì 14 settembre 2012
Un Paese per molte lingue
Anche
se l’afrikaans era stato l’idioma nazionale per circa sessant’anni, nella carta
costituzionale venne accantonato a favore dell’inglese. Le lingue riconosciute
furono venti. Il tedesco non fu scelto perché, come da prassi diffusa nei paesi
africani che avevano raggiunto l’indipendenza da poco tempo, si decise
intenzionalmente di mettere in disparte la lingua dell’ex-dominatore coloniale.
Secondo i più recenti dati a disposizione, pur essendo l’idioma ufficiale solo
il 3% della popolazione namibiana parla inglese in casa propria; la percentuale
di coloro che utilizzano il tedesco come prima lingua è analoga.
Il principale gruppo linguistico del paese è
in realtà l’ovambo, che comprende due differenti versioni scritte; l’ovambo è
parlato normalmente da quasi 700mila abitanti, pertanto molti ritengono
discriminatorio l’avere limitato all’inglese la lingua nazionale a discapito
degli altri gruppi linguistici. E’ però necessario sottolineare che la
padronanza dell’inglese da parte di tutti permetterebbe una maggiore mobilità
sociale ed economica; infatti, solo l’utilizzo di questa lingua ha permesso
alla Namibia di inserirsi in programmi economici a livello internazionale e ad
agevolare i rapporti con gli altri paesi.
L’afrikaans,
nonostante sia la lingua madre di vari e potenti gruppi culturali, è
considerato da molti la lingua dell’apartheid, ma sicuramente non scomparirà.
L’esistenza
nel futuro delle altre lingue è legata alla vitalità culturale dei gruppi
etnici ai quali appartengono; per esempio, i dialetti ovambo sono fortemente
radicati in culture solide e difficilmente spariranno, a differenza delle
lingue di etnie minori come i san e i nama.
In linea di massima, comunque, i namibiani sono
poliglotti; i residenti padroneggiano normalmente tre o quattro lingue diverse,
condizione fondamentale per evitare l’isolamento sociale.giovedì 13 settembre 2012
I cavalli selvaggi
A circa 50 chilometri da Lüderitz
pascolano gli unici esemplari di cavalli selvaggi che vivono nel deserto.
Il
loro adattamento si è evoluto in modo eccezionale, tanto che sono in grado di
sopravvivere durante la stagione secca bevendo solo una volta ogni cinque
giorni.
Si ritiene che siano i discendenti dei cavalli abbandonati dalla
Schtztruppe quando i tedeschi si ritirarono da Aus, nel corso della campagna
militare del 1915.
Il costume delle donne herero
Fu Emma, la moglie del missionario tedesco Hugo Hahn, che alla vista di di questa popolazione seminuda e coperta con pelli di animali decise di vestirli seguendo la moda vittoriana del 1844 ... ampie gonne e crinoline, una stretta blusa chiusa con bottoni fino al collo e cappello a forma di cuscino .... e alle donne herero piacque talmente che l'adottano ancora oggi e, anzi, la sfoggiano con grande senso di orgoglio.
I missionari non furono così fortunati con le donne
himba, sottogruppo herero più isolato a nord, che si rifiutarono di accettare
la “politica di modestia“ e che ancora oggi vestono il tradizionale abito
costituito da un corto gonnellino di cuoio e una grande quantità di collane
d’osso sul seno nudo, la pelle ricoperta da un pigmento naturale rosso-ocra
mescolato a burro e cenere che dona al loro incarnato scuro riflessi dorati.
All’interno dei supermarket delle piccole città del
nord non è raro incontrare, di fronte allo stesso scaffale, donne herero
vestitissime e donne himba seminude (M.Jacobson e P. Pickford, Himba Nomads in Namibia, Johannesburg,
C.Struik, 1990).
mercoledì 12 settembre 2012
Le città fantasma ...
Le case abbandonate della città
fantasma di Kolmanskop emergono da una distesa di sabbia, investite dal forte
vento del Namib.
Quando i giacimenti minerari si esaurirono, le città che erano
nate per ospitare i cercatori attirati dal sogno di utopistiche fortune furono
lasciate, e la sabbia tornò a occupare questi luoghi deserti.
Una curiosità .....
I saltatori di omupembe, invece, parlano
l’oshivambo.
lunedì 10 settembre 2012
Sapevate che ? .......
........ l'elefante (Loxodonta africana) è un grande distruttore di habitat ?
Ogni esemplare adulto può consumare oltre 200 chilogrammi di vegetazione al giorno (erba, bacche, foglie, cespugli) e il passaggio dei branchi comporta normalmente lo sradicamento di numerosi alberi lungo tutto il percorso.
Ogni esemplare adulto può consumare oltre 200 chilogrammi di vegetazione al giorno (erba, bacche, foglie, cespugli) e il passaggio dei branchi comporta normalmente lo sradicamento di numerosi alberi lungo tutto il percorso.
sabato 8 settembre 2012
I padroes portoghesi
I padroes sono il simbolo di un profondo cambiamento nella visione “geografica” dei portoghesi che, diversamente da quanto avrebbero fatto gli spagnoli nel XVI° secolo, tendevano a nascondere le proprie scoperte. Si tratta di pietre scolpite, alte circa un paio di metri e pesanti oltre 350 chili, che riportano iscrizioni con accurate indicazioni sull’itinerario percorso, la rotta e le imbarcazioni che avevano partecipato alla spedizione.
Costruito interamente in pietra, il padrao è a forma di croce.
Diversamente dalle croci dei missionari, costruite in legno, il padrao in pietra è concepito per durare nei secoli; sulla costa africana se ne trovavano ben undici (cinque a est e sei a ovest del Capo di Buona Speranza).
Questa novità apparve per la prima volta nel 1482, sotto il regno di Joan II, uno dei primi sovrani che renderanno gloriosa l’epoca delle grandi scoperte geografiche.
venerdì 7 settembre 2012
Poesia !Kung
le orme dei nostri piedi.
Il vento alza la polvere e ricopre le orme che
rimangono là dove noi abbiamo camminato
altrimenti sarebbe come se fossimo ancora vivi.
Per questo c'è il vento,
che viene a cancellare
le orme dei nostri piedi......
A proposito di fenicotteri ....
Nell'Etosha Pan, dopo le piogge, è possibile vedere centinaia di fenicotteri (Phoenicopterus ruber).
Questi animali sono in grado di filtrare il cibo necessario alla sopravvivenza anche da acque non potabili, grazie alla struttura del loro becco: curvo come un’iperbole, è molto duro e resistente in punta e ricoperto di delicata e morbida pelle alla radice.
Di fronte a un pericolo i fenicotteri si comportano in modo curioso: in un primo momento, tutti insieme, camminano, poi corrono, infine si sollevano compatti battendo le ali e producendo un rumore simile al boato di un tuono.
giovedì 6 settembre 2012
Fairy circles, i "cerchi fatati"
Nella savana namibiana si può ammirare un paesaggio stranissimo: dall'alto, sorvolando il Kaokoland, il Damaraland e altre zone più a sud, è possibile vedere alcuni grandi "cerchi" contraddistinti dall'assoluta mancanza di vegetazione, chiamati fairy circles, "cerchi fatati".
Esistono diverse teorie sull'origine di questi "cerchi", ma la spiegazione più attendibile li mette in relazione ai grandi cespugli di Euphorbia damarana (in inglese milkbush), che sarebbero cresciuti in queste aree in tempi molto più piovosi; morendo, questi cespugli avrebbero impregnato il terreno di sostanze venefiche che oggi impediscono la crescita di altre forme di vita.
Esistono diverse teorie sull'origine di questi "cerchi", ma la spiegazione più attendibile li mette in relazione ai grandi cespugli di Euphorbia damarana (in inglese milkbush), che sarebbero cresciuti in queste aree in tempi molto più piovosi; morendo, questi cespugli avrebbero impregnato il terreno di sostanze venefiche che oggi impediscono la crescita di altre forme di vita.
mercoledì 5 settembre 2012
Volare sulle dune
Per molti viaggiatori il Namib rappresenta il simbolo del viaggio in questo Paese; il profilo delle maestose dune di sabbia, che nei colori del tramonto si incendiano e mutano tra ombre e riflessi, è quanto di più commuovente la memoria possa conservare.
E che cosa può essere più emozionante di un volo in mongolfiera sulle immense e fiammeggianti distese ?
Purtroppo non è un piacere a basso costo, nonostante la mongolfiera sia stata il primo mezzo di trasporto relativamente sicuro che gli uomini si sono "inventati" per muoversi nei cieli.
I primi voli furono compiuti con successo, nella seconda metà dell'Ottocento, dai fratelli Montgolfier; la mongolfiera diventò in seguito, nell'immaginario collettivo, un romantico e avventuroso mezzo di trasporto grazie a Jules Verne e al suo famoso "Viaggio intorno al mondo in ottanta giorni".
L'evoluzione tecnologica ha permesso al mondo del turismo di creare un incontro felice, anche se non economico, tra la mongolfiera e le regioni del mondo di forte impatto scenico, e un volo sul Namib rappresenta uno degli esempi più riusciti di questo singolare connubio.
Il movimento dolce, il silenzio e la possibilità di trovarsi a contatto con la natura in libertà sono emozioni offerte solo da un "viaggio" in mongolfiera.
Scivolare nell'aria sulle dune, muoversi a ritmo con le loro forme, seguire il continuo mutare delle ombre sui contorni è così entusiasmante che mi auguro abbiate l'occasione di sperimentarlo di persona.
E che cosa può essere più emozionante di un volo in mongolfiera sulle immense e fiammeggianti distese ?
Purtroppo non è un piacere a basso costo, nonostante la mongolfiera sia stata il primo mezzo di trasporto relativamente sicuro che gli uomini si sono "inventati" per muoversi nei cieli.
I primi voli furono compiuti con successo, nella seconda metà dell'Ottocento, dai fratelli Montgolfier; la mongolfiera diventò in seguito, nell'immaginario collettivo, un romantico e avventuroso mezzo di trasporto grazie a Jules Verne e al suo famoso "Viaggio intorno al mondo in ottanta giorni".
L'evoluzione tecnologica ha permesso al mondo del turismo di creare un incontro felice, anche se non economico, tra la mongolfiera e le regioni del mondo di forte impatto scenico, e un volo sul Namib rappresenta uno degli esempi più riusciti di questo singolare connubio.
Il movimento dolce, il silenzio e la possibilità di trovarsi a contatto con la natura in libertà sono emozioni offerte solo da un "viaggio" in mongolfiera.
Scivolare nell'aria sulle dune, muoversi a ritmo con le loro forme, seguire il continuo mutare delle ombre sui contorni è così entusiasmante che mi auguro abbiate l'occasione di sperimentarlo di persona.
I relitti della Skeleton Coast
Lungo la costa della Namibia affondarono moltissime navi, ma oggi solo pochi relitti sono rimasti intatti a causa dell'incessante contatto con le onde dell'Oceano Atlantico e con la sabbia portata dai venti da sud-ovest; sono visibili alcuni pezzi di metallo arrugginito, tavole di legno gettate sulla sabbia, alberi spezzati e altri resti galleggianti.
La Skeleton Coast deve il suo infelice nome ad un incidente aereo: nel 1933 un pilota svizzero, Carl Nauer, scomparve lungo la costa namibiana e il giornalista Sam Davis - che ne riportò la notizia per conto della Reuters - scrisse che i resti dello sfortunato aviatore probabilmente sarebbero stati recuperati lungo la "costa degli scheletri", il cimitero di uomini e imbarcazioni.
Alcuni relitti risalgono addirittura al periodo delle esplorazioni portoghesi e delle navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, naufragate mentre tentavano di doppiare il Capo di Buona Speranza sulla rotta per l'India; oltre a un litorale particolarmente insidioso a causa degli scogli, delle secche e delle dune di sabbia, le navi erano anche esposte alla corrente del Benguela, che provoca nebbie impenetrabili, a onde potenti e alla furia dei venti.
Alcuni relitti sono più famosi di altri, come quello del Dunedin Star, un cargo inglese che rimase incagliato a sud della foce del Kunene nella notte del 29 novembre 1942.
Le operazioni di salvataggio dei passeggeri e dei membri dell'equipaggio, riportate dal giornalista John Marsh, furono drammatiche e causa di ulteriori disgrazie che si verificarono in corso d'opera: una delle imbarcazioni di soccorso si schiantò contro gli scogli e due membri dell'equipaggio affogarono; un bombardiere d'appoggio precipitò nelle gelide acque dell'oceano e i naufraghi furono riportati a Windhoek solo la vigilia di Natale. Oggi, del cargo inglese si possono ancora vedere i resti del serbatoio.
A molte centinaia di metri dalla battigia, semisepolto nella sabbia e arrugginito, si trova il relitto dell'Eduard Bohlen, una nave a vapore che rimase incagliata nel settembre del 1909 presso Conception Bay.
Meglio conservato è il relitto del Montrose, che si trova sulla spiaggia di Terrace Bay, dove si arenò nel giugno del 1973.
Ancora, sepolto nella sabbia a nord della foce dell'Ugab - vicino ai resti della Girdleness, si può vedere lo scafo coperto di ruggine della Benguela Eagle.
Interessanti sono anche i resti bruciati del Karimona, un peschereccio naufragato nel 1971 a nord di Mowe Bay.
La Skeleton Coast deve il suo infelice nome ad un incidente aereo: nel 1933 un pilota svizzero, Carl Nauer, scomparve lungo la costa namibiana e il giornalista Sam Davis - che ne riportò la notizia per conto della Reuters - scrisse che i resti dello sfortunato aviatore probabilmente sarebbero stati recuperati lungo la "costa degli scheletri", il cimitero di uomini e imbarcazioni.
Alcuni relitti risalgono addirittura al periodo delle esplorazioni portoghesi e delle navi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, naufragate mentre tentavano di doppiare il Capo di Buona Speranza sulla rotta per l'India; oltre a un litorale particolarmente insidioso a causa degli scogli, delle secche e delle dune di sabbia, le navi erano anche esposte alla corrente del Benguela, che provoca nebbie impenetrabili, a onde potenti e alla furia dei venti.
Alcuni relitti sono più famosi di altri, come quello del Dunedin Star, un cargo inglese che rimase incagliato a sud della foce del Kunene nella notte del 29 novembre 1942.
Le operazioni di salvataggio dei passeggeri e dei membri dell'equipaggio, riportate dal giornalista John Marsh, furono drammatiche e causa di ulteriori disgrazie che si verificarono in corso d'opera: una delle imbarcazioni di soccorso si schiantò contro gli scogli e due membri dell'equipaggio affogarono; un bombardiere d'appoggio precipitò nelle gelide acque dell'oceano e i naufraghi furono riportati a Windhoek solo la vigilia di Natale. Oggi, del cargo inglese si possono ancora vedere i resti del serbatoio.
A molte centinaia di metri dalla battigia, semisepolto nella sabbia e arrugginito, si trova il relitto dell'Eduard Bohlen, una nave a vapore che rimase incagliata nel settembre del 1909 presso Conception Bay.
Meglio conservato è il relitto del Montrose, che si trova sulla spiaggia di Terrace Bay, dove si arenò nel giugno del 1973.
Ancora, sepolto nella sabbia a nord della foce dell'Ugab - vicino ai resti della Girdleness, si può vedere lo scafo coperto di ruggine della Benguela Eagle.
Interessanti sono anche i resti bruciati del Karimona, un peschereccio naufragato nel 1971 a nord di Mowe Bay.
Sapevate che ..... ?
........ per il mammifero più alto della terra, dissetarsi è una gran fatica ! L'abbeverata costituisce per la giraffa (Giraffa camelopardalis) un momento molto pericoloso, perché la posizione la rende vulnerabile e completamente indifesa. L'arteria carotidea e la vena giugulare, che uniscono il cuore alla testa dell'animale attraverso il lungo collo, sono fornite di un complesso di valvole che regolano il forte cambio di pressione causato dall'abbassamento della testa.
Le dune del Namib
Le imponenti dune del Namib Desert non sono solo le più alte del mondo ma anche le più umide; grazie a questa loro caratteristica esse sono ricche di vita, sia animale sia vegetale.
A poco a poco inghiottiranno ciò che rimane di alberi morti da tempo .... ma non lasciatevi suggestionare dall'aspetto arido e desolato di questa vasta distesa di sabbia .... in realtà in Namib Desert è pieno di vita.
martedì 4 settembre 2012
La bandiera
La bandiera nazionale della Namibia è rettangolare e la sua altezza è uguale ai due terzi della base. I colori sono posti in diagonale: il blu si trova nell'angolo in alto a sinistra, il rosso al centro e il verde nell'angolo in basso a destra. Sottili bande bianche separano i colori l'uno dall'altro. All'interno dello spazio blu si trova un sole giallo con dodici raggi triangolari: i raggi hanno origine dal bordo esterno del cerchio blu che circonda il centro del sole.
BLU
Il blu rappresenta il cielo limpido della Namibia, l'Oceano Atlantico, le preziose fonti d'acqua e l'importanza della pioggia.
GIALLO
Il giallo raffigura la vita e l'energia; infatti è il colore del sole, del Namib Desert e delle dorate lande erbose.
ROSSO
Il rosso rappresenta il popolo della Namibia, la risorsa vitale del Paese; il colore vuole ricordare il coraggio e la determinazione dei Namibiani nel realizzare un futuro con opportunità uguali per tutti.
BIANCO
Il bianco simboleggia l'unità e la pace.
VERDE
Il verde rappresenta la vegetazione e le ricchezze agricole del Paese.
Il rosso e il bianco, insieme, rappresentano le risorse umane del Paese, mentre il verde, il giallo e il blu ne simboleggiano le risorse naturali.
L'araldica
Il motto del Paese, "Unità, Libertà, Giustizia", recita i principi fondamentali sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica di Namibia.
Lo scudo, saldamente ancorato nella sabbia dell'antichissimo Namib Desert, è costituito dalla bandiera della Namibia e ne riporta gli stessi simboli.
Radicata nella sabbia troviamo la Welwitschia mirabilis, unica e inconfondibile, la cui esistenza accompagnerà le future generazioni.
Ai lati dello scudo si trovano due orici, splendidi animali che si distinguono per eleganza, fierezza e forza.
Lo schema in alto ricorda l'importanza dei diamanti per la Namibia.
Welwitschia mirabilis, la pianta dei miracoli
La Welwitschia mirabilis, eccezionale pianta endemica della Namibia, deve il suo nome al botanico austriaco che la scoprì, Friedrich Welwitsch, e all'aggettivo latino mirabilia, miracoloso.
Welwitsch scoprì un esemplare di questa pianta, allora sconosciuta, nel 1859, quando si trovava in Africa australe per conto del governo portoghese.
la Welwitschia cresce nel Namib, in una stretta fascia desertica che si estende dal sud dell'Angola alla Namibia centrale, e si diffonde grazie all'azione dei venti; infatti, si suppone che l'area originaria fosse l'altopiano alluvionale di Swakopmund, oggi asciutto, e che da lì si sia diffusa in direzione nord sospinta dalle correnti che soffiano da sud-ovest.
Si tratta di una gimnosperme dalle radici molto profonde, con il fusto alto pochi centimetri, dalla cui sommità si dipartono due foglie fibrose di colore verde-oliva. Crescendo, le foglie si diramano e si abbassano arrivando a toccare il terreno; la loro peculiare forma, sfrangiata e bruciata, è dovuta all'azione combinata del vento e dello strofinamento contro la sabbia bollente.
Per molto tempo ci si è chiesti come la Welwitschia riuscisse a sopravvivere senza acqua sulla superficie del terreno, fino a quando si è scoperto che la nebbia del mattino, una manna per qualsiasi forma di vita nel Namib, si condensa sui cotiledoni della pianta e scivola verso il basso sotto forma di gocce impregnando il terreno; questo permette ai lunghi filamenti che si dipartono dalla robusta radice di assorbire l'acqua necessaria alla sua sopravvivenza.
La Welwitschia può vivere anche tremila anni; gli esemplari più grandi e più antichi si trovano nella zona di Swakopmund (per viaggiare lungo la Welwitschia Drive è necessario un permesso), mentre piante più giovani e più piccole si trovano nella foresta pietrificata, vicino a Khorixas.
Welwitsch scoprì un esemplare di questa pianta, allora sconosciuta, nel 1859, quando si trovava in Africa australe per conto del governo portoghese.
la Welwitschia cresce nel Namib, in una stretta fascia desertica che si estende dal sud dell'Angola alla Namibia centrale, e si diffonde grazie all'azione dei venti; infatti, si suppone che l'area originaria fosse l'altopiano alluvionale di Swakopmund, oggi asciutto, e che da lì si sia diffusa in direzione nord sospinta dalle correnti che soffiano da sud-ovest.
Si tratta di una gimnosperme dalle radici molto profonde, con il fusto alto pochi centimetri, dalla cui sommità si dipartono due foglie fibrose di colore verde-oliva. Crescendo, le foglie si diramano e si abbassano arrivando a toccare il terreno; la loro peculiare forma, sfrangiata e bruciata, è dovuta all'azione combinata del vento e dello strofinamento contro la sabbia bollente.
Per molto tempo ci si è chiesti come la Welwitschia riuscisse a sopravvivere senza acqua sulla superficie del terreno, fino a quando si è scoperto che la nebbia del mattino, una manna per qualsiasi forma di vita nel Namib, si condensa sui cotiledoni della pianta e scivola verso il basso sotto forma di gocce impregnando il terreno; questo permette ai lunghi filamenti che si dipartono dalla robusta radice di assorbire l'acqua necessaria alla sua sopravvivenza.
La Welwitschia può vivere anche tremila anni; gli esemplari più grandi e più antichi si trovano nella zona di Swakopmund (per viaggiare lungo la Welwitschia Drive è necessario un permesso), mentre piante più giovani e più piccole si trovano nella foresta pietrificata, vicino a Khorixas.
sabato 1 settembre 2012
Iniziate a pensare a un viaggio in Namibia .....
Una
varietà di paesaggi sempre estremi e sconfinate distese di sabbia danno vita
all’antico deserto del Namib che, con la ricchezza della sua straordinaria
flora e fauna e le infinite distanze lascia nel cuore del viaggiatore quella
struggente nostalgia che chiamiamo “mal d’Africa”.
Ma la Namibia non è solo deserto.
Grandi e impetuosi
fiumi scorrono al nord e, percorrendo questo straordinario paese, immense
pianure, profondi canyon e spettacolari montagne si svelano ai nostri sguardi
rapiti. Gli itinerari partono normalmente da Windhoek, la capitale,
caratterizzata dalle sue belle costruzioni di fine Ottocento, eredità dei primi
missionari e coloni tedeschi arrivati in questa terra selvaggia in seguito alla
grande spartizione dell’Africa. Da Windhoek è facile organizzare molti
avventurosi itinerari verso l’interno, per raggiungere il suggestivo e
grandioso Fish River Canyon a sud o l’affascinante e drammatica Skeleton Coast
a ovest. Per gli amanti della natura è d’obbligo visitare l’Etosha National
Park, una delle riserve naturalistiche più emozionanti del mondo, dove è
possibile ammirare da molto vicino la straordinaria varietà della flora e della
fauna dell’Africa meridionale. E se vi sentite intrepidi, se cercate
un’esperienza di completa immersione nella natura selvaggia e incontaminata, la
Namibia meno battuta è ricca di meraviglie. Viaggerete a nord-est, nel
Kaokoland, la terra dei fieri e orgogliosi himba, dove flora e fauna vivono
miracolosamente in un ambiente desertico. E ancora, vedrete il lontano
Damaraland, generoso di siti archeologici che risalgono all’Età della pietra, o
percorrerete le strade del Caprivi, incorniciate da una rigogliosa quanto
stupefacente natura.
Welcome to Namibia
Le bianche e scintillanti distese dell’Etosha Pan, le pallide e deserte spiagge della Skeleton Coast, le immense dune color albicocca del Namib Desert, la lussureggiante vegetazione lungo i canali del Caprivi, le pareti di pietra del Fish River Canyon, le montagne brulle color terracotta del Damaraland e i cieli immensi e limpidi sono le immagini più intense e vivide dei paesaggi della Namibia. La Namibia è vasta, spaziosa, selvaggia e spazzata dal vento. La sensazione predominante è l’assenza di tempo. E’ uno spazio infinito, una terra desertica di estremi. |
Duna di sabbia, Etosha National Park |
Uno strabiliante caleidoscopio di scenari e colori che si muovono e cambiano con la velocità del vento ….
Spazi incontaminati e capolavori della natura che creano spettacoli di inimmaginabile emozione …
Fish River Canyon National Park |
Una Repubblica giovane e fiera che non ha dimenticato i valori straordinari delle più antiche tradizioni dell’Africa, tra spazi immensi e sconfinati preservati con attenzione e caparbietà e cittadine ordinatissime e pulite che ricordano un angolo di Baviera ….
Poche persone, espansive e sorridenti, che si muovono in uno spazio dove il tempo è scandito dagli infuocati tramonti nel deserto o dal volo delle centinaia di specie di uccelli ......
Bogenfels |
In Namibia la natura ha fatto le cose in grande….
…. dal Fish River
Canyon, dove il fiume ha scavato la roccia con pazienza e maestria …
…. al Namib Desert, il più antico della
Terra, dove ogni giorno il vento sposta dune color albicocca che sembrano
montagne….
…. poi, ha aggiunto gli alberi, i leoni, i leopardi,
le giraffe, le gazzelle, le zebre, le linci, i rinoceronti, gli elefanti, i
ghepardi … un elenco infinito di creature che vivono in perfetto equilibrio,
nel rispetto delle regole della Natura …
Leopardo |
…. tutto questo è Namibia, il paese che chiamiamo la
gemma d’Africa per i tesori che possiede e per come li offre, in modo semplice
ed emozionante…
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