venerdì 14 settembre 2012

Un Paese per molte lingue



Anche se l’afrikaans era stato l’idioma nazionale per circa sessant’anni, nella carta costituzionale venne accantonato a favore dell’inglese. Le lingue riconosciute furono venti. Il tedesco non fu scelto perché, come da prassi diffusa nei paesi africani che avevano raggiunto l’indipendenza da poco tempo, si decise intenzionalmente di mettere in disparte la lingua dell’ex-dominatore coloniale. Secondo i più recenti dati a disposizione, pur essendo l’idioma ufficiale solo il 3% della popolazione namibiana parla inglese in casa propria; la percentuale di coloro che utilizzano il tedesco come prima lingua è analoga.
Il principale gruppo linguistico del paese è in realtà l’ovambo, che comprende due differenti versioni scritte; l’ovambo è parlato normalmente da quasi 700mila abitanti, pertanto molti ritengono discriminatorio l’avere limitato all’inglese la lingua nazionale a discapito degli altri gruppi linguistici. E’ però necessario sottolineare che la padronanza dell’inglese da parte di tutti permetterebbe una maggiore mobilità sociale ed economica; infatti, solo l’utilizzo di questa lingua ha permesso alla Namibia di inserirsi in programmi economici a livello internazionale e ad agevolare i rapporti con gli altri paesi.
L’afrikaans, nonostante sia la lingua madre di vari e potenti gruppi culturali, è considerato da molti la lingua dell’apartheid, ma sicuramente non scomparirà.
L’esistenza nel futuro delle altre lingue è legata alla vitalità culturale dei gruppi etnici ai quali appartengono; per esempio, i dialetti ovambo sono fortemente radicati in culture solide e difficilmente spariranno, a differenza delle lingue di etnie minori come i san e i nama.
In linea di massima, comunque, i namibiani sono poliglotti; i residenti padroneggiano normalmente tre o quattro lingue diverse, condizione fondamentale per evitare l’isolamento sociale.

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