Identificati come “san” o
“boscimani”, denominazioni ancora utilizzate, le tribù di
cacciatori-raccoglitori avevano ciascuna il proprio specifico nome.
Quando i san inseguivano le giraffe o gli orici,
a volte per giorni, dormivano nelle buche scavate dai formichieri alla ricerca
delle termiti.
I san dormivano all’aperto, rigorosamente
intorno al fuoco, per tenere lontano i predatori e scacciare i diavoli del
bush.
Nel 1910 gli agricoltori della regione di
Grootfontein presentarono un ricorso al magistrato locale affinchè i san
fossero classificati come vogelvrei, selvaggina,
e cacciabili per tutto l’anno.
A volte per indicare i san si utilizza il
termine “basarwa”: significa letteralmente “popolo dei bastoni” ed è
considerato dispregiativo.
I pochi san sopravvissuti alle stragi dell’età coloniale
vivono in una piccola area nella zona nordorientale della Namibia e nel deserto
del Kalahari, in Botswana.
I san sono un gruppo etnico ben distinto,
tuttavia non si riconoscono in nessun nome collettivo, ma si identificano quali
membri del cla !kung, o del clan ju/’hoansi, o uno qualsiasi delle decine di
altri clan.
Vivono per la maggior parte nei villaggi,
rassegnati ad uno stile di vita stanziale che ha alterato profondamente la loro
cultura tradizionale e che, in alcuni casi, li rende vittime di forme di
degrado come lo sfruttamento, dalle quali non sono in grado di difendersi.
Sono pochissime le comunità che oggi riescono a
mantenere l’antico e tradizionale stile di vita.
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