L’afrikaans fu portato in Africa del Sud -
insieme agli usi del XVII° secolo europeo -
dai coloni olandesi provenienti dalle province di Zuid, Zeeland e
Utrecht.
Si tratta di una caratteristica lingua di
stampo germanico, per alcuni aspetti simile all’olandese di quel periodo (il
cosiddetto neerlandese).
Con il passare del tempo questo idioma venne
influenzato da quello di altri coloni- il francese degli esuli ugonotti, il
portoghese dei marinai, il tedesco – dando vita ad un linguaggio semplice e
diretto, successivamente inquadrato in precise regole grammaticali e adattato
all’identità propria dei boeri.
L’afrikaans, così come altri aspetti della
cultura dei coloni olandesi, venne fortemente valorizzato quando gli inglesi si
appropriarono delle colonie meridionali dell’Africa del Sud e minacciarono
l’autonomia della comunità boera, che si ribellò con violenza ad ogni ambizione
esterna di contaminazione.
Il governo inglese cercò di sostituire la propria
lingua all’afrikaans anche nelle scuole, ma fallì miseramente; nel frattempo,
in seno alla comunità boera, sorsero veri e propri movimenti linguistici, in
particolare tra il 1870 e il 1900.
Anche all’interno della chiesa l’afrikaans e
il suo ceppo originario, il neerlandese, vissero un forte ritorno incoraggiato
ulteriormente dagli esiti del conflitto Anglo-Boero del 1899-1902.
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