mercoledì 10 ottobre 2012

Gli owambo

Il nome collettivo “owambo“ ( o “ambo“ ) indica diverse popolazioni indigene tra il sud dell’Angola e il nord della Namibia che hanno in comune origini e cultura.
Riuniti in una sorta di confederazione, sono sempre stati in grado di difendersi dagli altri popoli indigeni, dai mercanti di schiavi e dagli invasori tedeschi che arrivarono alla fine del XIX° secolo. La loro cultura, per alcuni aspetti bellicosa, li ha portati a lottare strenuamente per l’indipendenza. Oggi gli owambo rappresentano il più vasto gruppo etnico della Namibia (circa la metà della popolazione totale), pertanto non sorprende che la SWAPO (South West Africa People’s Organization), il partito di governo, sia formato in gran parte da membri di questa etnia.
Tradizionalmente, il clan (omuhoko) è l’istituzione politica fondamentale. Insediati nel nord del paese, sono suddivisi in dodici gruppi diversi: quattro dei clan più numerosi occupano il sud della provincia del Kunene in Angola, mentre gli altri otto sono stanziati nel nord della Namibia. Il gruppo più numeroso è quello dei kwanyama, divisi in due dal confine internazionale, che costituisce il 36% della popolazione owambo della Namibia, e occupano le cariche di governo più importanti. Gli altri clan sono gli ndongo (29%), i kwambi (12%), gli ngandjera (8%) e gli mbalantu (7%); ciascun gruppo parla un proprio dialetto, ma questo non crea difficoltà di natura linguistica.
Oggi molti owambo vivono ancora seguendo le regole dell’economia tradizionale, basata su una combinazione di allevamento e agricoltura, integrata dalla pesca e dalla raccolta di piccoli frutti, un modo di vivere che è stato difeso con forza fin dall’epoca della dominazione coloniale tedesca, sebbene tanti giovani uomini abbiano scelto di entrare nel mercato del lavoro impiegandosi in miniera, nell’industria o nelle aziende agricole, trasferendosi a Windhoek, a sud o nelle città a nord del paese. In particolare, l’abolizione delle leggi del precariato che limitavano la libertà di trasferimento ha comportato un forte aumento della migrazione nelle città anche per i commercianti e i professionisti. Inoltre, l’introduzione di un sistema monetario di tipo occidentale ha provocato cambiamenti radicali nell’economia delle origini, con l’apertura di centinaia di piccoli negozi in tutto il paese.
Il sistema sociale tradizionale è caratterizzato dalla predominanza delle linee ereditarie matriarcali per ciò che riguarda l’eredità, la successione e la residenza dopo il matrimonio, anche se recentemente si è assistito ad un deciso cambiamento verso un’organizzazione sociale di tipo patriarcale. La causa va ricercata in alcuni fattori esterni, quali la migrazione per lavoro, la religione cristiana e l’indipendenza economica.
La tradizione prevedeva che in ogni clan il potere fosse esercitato da un re o da un capo, designato per diritto ereditario, assistito da un consiglio di capitribù; oggi, ad esclusione di tre clan tra i più importanti che ancora seguono le regole originarie, le comunità sono dirette da un gruppo di capitribù anziani uniti in consiglio. La materia principale da regolamentare è da sempre la proprietà della terra: il concetto di proprietà privata della terra è estraneo alla cultura degli owambo, e il capo o i membri del consiglio concedono solo il diritto di utilizzo a vita, che alla morte del designato torna all’autorità perché possa essere assegnato ad altri.


Foto di Swakopmund
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