lunedì 8 ottobre 2012

L'Ancestors' Memorial Day

Uno degli esempi più interessanti di “coesistenza” delle religioni è rappresentato dalla celebrazione degli antenati degli herero. 
Anche se normalmente la gran parte delle tradizioni native è rimasta preclusa a chi non appartiene ai clan, in Namibia (e in particolare a Gobabis, Okahandja e Omaruru) i diversi clan commemorano la loro festa nazionale con speciale solennità. 
Queste festività, oggi, non aderiscono più completamente alle antiche credenze, ma presentano indiscutibili elementi tradizionali. 
A Gobabis, le cerimonie si svolgono intorno ad un cimitero, nella campagna appena fuori dal paese, nel quale sono stati sepolti importanti capi degli herero dell’est, gli mbanderu. In particolare, gli herero giungono in pellegrinaggio da tutto il paese in occasione del Nikodemus’ Day (Nikodemus era un leader molto famoso). 

La tradizione prevede che se i pellegrini arrivano prima del calare del sole del giorno precedente la celebrazione devono recarsi a rendere omaggio ai sepolcri. Prima, però, è necessario che si presentino agli antenati e che si sottopongano ad una “prova” intorno al fuoco ancestrale per essere certi che la loro presenza sia gradita. La prova è semplice: il sacerdote tira le dita dei pellegrini, e se una delle nocche schiocca il pellegrino è il benvenuto. In caso contrario, viene allontanato dalla celebrazione. Coloro che superano la prova accedono al rito della purificazione: l’officiante si rimpie di acqua la bocca e la spruzza addosso ai pellegrini, che possono così avvicinarsi alle tombe. All’entrata del cimitero il celebrante si inginocchia a terra e annuncia ogni visitatore, ed è attraverso la voce del sacerdote che gli antenati ordinano al pellegrino di avvicinarsi: essi devono genuflettersi davanti al sepolcro del capo più antico, appoggiare le mani sulla pietra tombale e dichiarare il proprio nome e il villaggio di provenienza. Poi si rende omaggio agli altri “morti viventi” toccando le loro lapidi oppure deponendo delle piccole pietre sulle loro tombe. A questo punto i pellegrini possono muoversi liberamente tra le lapidi. Questa stessa funzione viene ripetuta la domenica, ed in seguito si celebra un altro rito che ha luogo intorno alle tombe. Le credenze tradizionali affermano che il corso degli eventi è definito dai peccati dell’uomo. Coloro che non obbediscono agli ordini degli avi e non mostrano rispetto e reverenza per la loro antica saggezza non potranno entrare in contatto con loro. In conclusione, mentre la tradizione cristiana si concentra sui peccati contro Dio, le credenze dei nativi considerano che i peccati degli uomini siano commessi contro gli uomini, ed è per questo che l'apporto di entrambe le fedi è considerato fondamentale per la vita spirituale della comunità.


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