lunedì 29 ottobre 2012

Il deserto più antico del mondo (2)

Il Namib .......non esiste altro deserto al mondo che sia così arido e ugualmente ricco di fauna e di flora.

Questo dipende dalla nebbia, un soffio umido e impalpabile che durante la notte raffredda portando la vita. 
Trasportati dal vento arrivano anche corpuscoli e residui vegetali, nutrimento per migliaia di minuscole vite che lo sono per altre ancora, rendendo così possibile l’evoluzione di una particolarissima catena alimentare dalla quale -  nonostante le condizioni proibitive –  dipende la vita di piante e animali.
Il ciclo vitale delle piante effimere è incredibilmente breve: rimangono sotto forma di seme aspettando la pioggia, poi rapidamente germogliano e fioriscono dando vita a nuovi semi prima di essere bruciate dal calore del sole.

Alcune piante del deserto hanno una vitalità eccezionale: esiste un arbusto aromatico (simile al rosmarino) chiamato wonderbush i cui ramoscelli strappati e e conservati per mesi germogliano istantaneamente se messi in acqua.

Le piante che hanno un ciclo vitale più lungo devono adottare altre strategie. Grazie alle loro foglie robuste – con pori minuscoli aperti solo di notte -  e alla peluria che le proteggono dal sole e dalla sabbia, cercano di trattenere tutta l’umidità possibile. E’ il caso della welwitschia mirabilis, pianta endemica del Namib, parente delle conifere.

Anche le aloe si sono adattate molto bene, e ne esistono diverse specie: lo splendido kokerboom (Aloe dichotoma), che può raggiungere anche gli otto metri di altezza, dall’aspetto stranissimo caratterizzato dalla corteccia a scaglie e piccoli ciuffi di insolite foglie a punta in cima ai rami, dritti verso il cielo; esiste una variante (Aloe asperifolia), bassa e schiacciata dal vento contro il terreno, con foglie arancioni e bellissimi fiori gialli. Il kokerboom è chiamato, in inglese, quiver tree : questo curioso nome è dovuto al fatto che dai suoi rami i boscimani ricavavano le faretre (quivers).

Un’altra pianta endemica è il nara pumpkin (Acanthosicyos horrida), di importanza fondamentale nell’economia del Namib. È un rovo intricato dai frutti tondeggianti che somigliano a meloni, ricercata ghiottoneria per antilopi e struzzi e, un tempo, risorsa vitale per i boscimani.

 
Il dollar bush, la pianta dei talleri – dalle foglie spesse e tonde -  forma bassi cespugli seminascosti dalla sabbia sulle dune.

Le lithops, chiamate anche living stones, assomigliano a piccoli sassi appoggiati sul terreno; invece sono piante con un’unica foglia, formata da due globi affiancati, pieni di succo.

Le piante grasse hanno trasformato le loro foglie in spine, trasferendo la fotosintesi clorofilliana nel tronco verde; in questo modo hanno ridotto al minimo la traspirazione e si difendono meglio dagli erbivori.

Le euforbie, simili a cactus, sono state definite un modello di “convergenza evolutiva” perché specie senza alcuna parentela si sono adattate ad ambienti simili nello stesso modo. Hanno fusti polposi e ricchi di linfa, protetti da robusti aculei e in alcune specie da sostanze tossiche; infatti, il succo dell’Euphorbia venenata era usato dai boscimani per avvelenare le frecce.

L’Euphorbia damarana si assiepa in scenografiche composizioni a canne d’organo.


I licheni sono diffusissimi: sembra che ne esistano più di cento specie diverse. Alcuni vivono in enormi colonie, vivaci macchie di grigio, verdeazzurro, bianco, rosso ruggine, e cambiano sfumature e tonalità a seconda dell’ora e della luce. È sufficiente che poche gocce d’acqua li tocchino perché si sollevino aprendosi, per poi lentamente richiudersi. Sono attaccati alle pietre, ai rami degli alberi, alla sabbia delle dune o del tutto liberi: per esempio, la Parmelia convoluta è spinta dal vento, e si raccoglie negli avvallamenti in grandi cumuli brunastri.

Alcune piante hanno radici sviluppatissime, massicce e profonde decine di metri per raggiungere la falda freatica, oppure sottili e disposte a ventaglio proprio sotto la superficie per assorbire la rugiada notturna.

La spinosissima Hoodia, ricoperta di fiori color rosa cupo, dai grandi e morbidi petali, è fornita di una peluria talmente fitta da non lasciar passare neanche la sabbia.


L’Omumborombonga (Combretum imberbe), massiccia e imponente, ha il tronco robusto e le fronde fitte ed arruffate; cresce lungo gli argini dei fiumi secchi e riesce a trovare l’acqua fino a cinquanta metri sottoterra.

 
Gli alberi di maggiori dimensioni si concentrano nelle oasi lineari, come le ana tree (Acacia albida) dai baccelli accartocciati e sostanziosi, le spinose camel thorn tree (Acacia erialoba) e il grande mopane (Colophospermum mopane). 





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