Nel Namib
Desert, anche gli animali devono adattarsi alla scarsità di cibo, all’aridità e
al calore.
Nei periodi più
torridi alcuni si nascondono in tane riparate, riducendo al minimo le loro
attività (fase di estivazione), mentre altre specie preferiscono migrare
verso regioni più ospitali. Durante il giorno la maggior parte degli animali si
nasconde per sottrarsi al caldo torrido limitando le uscite nelle ore notturne.
Nonostante
l’ambiente apparentemente incompatibile con la vita, in queste aride lande si
incontrano grandi animali: i maestosi orici
(gemsbok), con le corna dritte e divaricate e la coda equina, simbolo
del paese; gli imponenti kudu
dalla lunga barba, le cui corna ritorte sono le più grandi tra tutti gli
erbivori del deserto; l’antilope
saltante (springbok), elegante e flessuosa.
Gli struzzi, da un’altezza di 2,5
metri, controllano il territorio con i loro grandi occhi sporgenti che possono
vedere quasi a 360° e le orecchie dall’udito sviluppatissimo.
Nel Namib Desert
vivono anche sciacalli, iene maculate, volpi del capo, lepri,
istrici
e procavie.
Questa foto di Parco nazionale di Etosha è offerta da TripAdvisor
.
Alcune specie di
animali vivono sottoterra: molti roditori abitano le dune di sabbia, come il topo
irace, un simpatico mix tra un topo e uno scoiattolo, e la talpa
dorata (Eremitalpa granti), un mammifero molto particolare
endemico del Namib. La talpa dorata è piatta e pelosa, scava passaggi
sotterranei tortuosi e, nonostante sia quasi completamente cieca e sorda,
percepisce le vibrazioni delle sue prede: vermi, insetti e piccoli rettili che
colpisce con unghie aguzze.
I suricati
sono parenti delle manguste, piccoli carnivori esuberanti e socievoli che
vivono in grandi colonie sotterranee ben progettate.
Gli scoiattoli
di terra (striped ground-squirrel), sono piccoli roditori che
usano la loro folta coda come ombrello da sole, e al minimo pericolo si
nascondono in profonde tane.
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I rettili
sono le specie probabilmente meglio adattate al deserto; i liquidi di cui hanno
bisogno li ricavano dalle loro prede e riescono a ridurre al minimo le perdite
idriche grazie alla loro pelle impermeabile e alle urine quasi solide,
trasformate in acido urico cristallizzato. Per sparire alla vista dei predatori
riescono a insabbiarsi in pochi istanti.
La Bitis
peringueyi è una vipera velenosa; dello stesso colore
delle dune, per evitare di scottarsi scivola rapidamente sulla sabbia
appoggiandosi per pochi secondi su diverse porzioni del corpo, lasciando tracce
indecifrabili se non si conosce questo insolito modo di muoversi.
Tra le sue prede
preferite c’è il geco palmato, a sua volta abile cacciatore di termiti; le trova
di notte, mentre di giorno rimane nascosto in tane che scava velocemente con le
zampe palmate.
I camaleonti
si mimetizzano perfettamente e si cibano di insetti; li cacciano con la lingua,
lunghissima, adesiva e a scatto.
Anche l’agama cambia colore, passando dal grigio pietra ad un vivace rosso e blu.
Gli uromastici
sono grandi lucertoloni dall’aspetto preistorico; per difendersi utilizzano la
pesante coda corazzata come una mazza.
I peggiori
nemici dei rettili sono i rapaci: nel deserto ci sono numerosi
avvoltoi, falchi, poiane, aquile e astori.
Periodicamente,
estese colonie di fenicotteri rosa si spostano dagli altopiani alle pozze d’acqua
salata della costa, ricche di microrganismi di cui si cibano e da cui prendono
il colore.
Questa foto di Swakopmund è offerta da TripAdvisor.
Gli insetti
sono moltissimi: grazie alle loro piccole dimensioni, che permettono un miglior
raffreddamento, alla relativa abbondanza di nutrimento portato dal vento e alla
resistenza dei loro tegumenti alla traspirazione, si sono potuti diffondere e
diversificare meglio di altre specie.
I tenebrionidi,
dei quali si conoscono più di venti specie, sono coleotteri che per
sopravvivere hanno imparato a bere la nebbia: nelle ore notturne si arrampicano
sulla cima delle dune e si sdraiano “al contrario”, con il dorso in alto
rivolto al mare. Le goccioline condensano sul loro corpo e scivolano verso la bocca.
Alcune specie hanno le elitre bianche per riflettere la luce del sole; altre,
quelle notturne dalle elitre nere, per difendersi dal calore secernono una
patina cerosa che le ricopre e protegge.
Sulla costa la fauna è molto diversa da quello che ci aspetteremmo di trovare in un deserto. Questo deriva dalla bassa temperatura dell’acqua, che permette la sopravvivenza di pinguini (Spheniscus demersus) riuniti in piccoli gruppi, che si nutrono di piccoli pesci ed emettono un verso sgraziato simile ad un raglio, e di otarie (Arctocephalus pusillos) che vivono in alcune colonie di migliaia di esemplari, come quella di Cape Cross, e che passano la maggior parte del tempo a cacciare in mare aperto.
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